Servizio di Prevenzione e Protezione e UNI/PdR 87:2020
L’UNI ha appena pubblicato una importante prassi di riferimento sul Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP).
Il SPP concorre unitamente ad altri soggetti a supportare il Datore di Lavoro nella predisposizione della valutazione dei rischi, gestione e trattamento dei rischi.
Il D.Lgs 81/2008 all’art.33 comma 1 declina i compiti generali del servizio di prevenzione, prevedendo che esso deve provvedere:
- all’individuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e all’individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della specifica conoscenza dell’organizzazione aziendale;
- ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive di sistemi di controllo di tali misure;
- ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;
- a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
- a partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, non ché alla riunione periodica;
- a fornire informazioni ai lavoratori.
Le attività svolte dal Servizio di Prevenzione e Protezione sono, dunque, sia di tipo tecnico sia gestionale, organizzativo e relazionale e risultano fondamentali per l’efficacia e l’efficienza dell’azione di prevenzione all’interno dell’organizzazione
Il SPP rappresenta la struttura di supporto operativo al datore di lavoro e coordina le attività connesse alla prevenzione sui luoghi di lavoro, con specifico riferimento alla valutazione dei rischi, alla individuazione delle misure di prevenzione e protezione, alla elaborazione delle procedure di sicurezza per le attività aziendali ed alla individuazione dei sistemi di controllo delle misure individuate.
Le attività tipiche di un SPP possono essere organizzate e strutturate in processi, questi ultimi intesi come insiemi di attività e risorse tra loro correlate finalizzate al raggiungimento di obiettivi prefissati. L’approccio per processi vuole, essere coerente con l’approccio metodologico basato sul ciclo PDCA di Deming. Dunque, i processi e le attività si svolgono seguendo le quattro fasi in cui si sviluppa il ciclo di Deming:
- PIANIFICAZIONE (Plan): identificazione e pianificazione degli ambiti di intervento e delle attività tipiche che dovranno essere svolte dal servizio di prevenzione e protezione aziendale sulla base dell’analisi del contesto organizzativo, della valutazione dei rischi e delle misure da attuare ai fini della sicurezza e salute sul lavoro;
- ATTUAZIONE (Do): costituisce la fase realizzativa in cui si attua ciò che si è pianificato compresi i controlli operativi sulle misure di prevenzione e protezione e l’applicazione delle procedure organizzative e di gestione degli istituti relazionali;
- VERIFICA (Check): devono essere verificati i risultati raggiunti attraverso riesami periodici e valutazioni prestazionali;
- AZIONE (Act): sulla base degli esiti delle verifiche e delle valutazioni prestazionali e dei controlli operativi, devono essere identificate le azioni correttive da intraprendere ai fini del miglioramento continuo.
Possono essere individuati i 6 processi fondamentali, all’interno dei quali sono organizzate concettualmente e metodologicamente le attività tipiche sopra elencate:
- Analisi e verifica del contesto organizzativo, dei requisiti legislativi e della documentazione(Plan);
- Pianificazione (Plan);
- Attuazione, controlli operativi e verifiche (trattamento del rischio) (Do);
- Gestione delle procedure organizzative e degli istituti relazionali (Do);
- Riesami e valutazioni prestazionali (Check);
- Miglioramento continuo (Act).
L’impegno stimato per svolgere le attività tipiche del SPP in termini di ordine di grandezza orientativo è espresso in giorni-uomo annui.
Nello stimare orientativamente l’impegno annuo è necessaria una contestualizzazione, da parte di DL e SPP, dei processi e delle attività da svolgere nell’ambito della propria e specifica organizzazione aziendale, come ad esempio:
- la complessità organizzativa dell’azienda;
- l’organizzazione di particolari processi produttivi dell’azienda e la loro specificità;
- la eventuale distribuzione territoriale- se l’azienda è multi localizzata – che può comportare centralizzazioni ovvero delocalizzazioni di alcune attività di prevenzione;
- la eventuale implementazione di Sistemi di gestione della sicurezza o di modelli organizzativi exart.30 del D.Lgs. 81/08;
- eventuali particolari assetti societari come l’appartenenza a compagini societarie complesse;
- eventuali esternalizzazioni di parte di processi produttivi o di supporto che comportano la copresenza ordinaria di altre aziende nel proprio ambito produttivo;
- previsioni di modifiche e reingegnerizzazioni dei processi produttivi o gestionali;
- eventi rilevanti, di carattere esogeno o endogeno, che incidono come elementi modificativi sulla originaria organizzazione dei processi produttivi e dei processi gestionali;
- organizzazione e dimensione del SPP, con numero di addetti e capacità professionali adeguati alla realtà aziendale (rif. D.Lgs 81/08);
- l’eventuale necessità di ricorso a supporti consulenziali specialistici esterni per specifici fattori di rischio correlati a particolari processi produttivi.
Per quanto riguarda la “dimensione aziendale” si fa riferimento alla seguente Tabella:
“DIMENSIONE AZIENDALE – CLASSIFICAZIONE”
DIMENSIONE AZIENDALE | NUMERO LAVORATORI OCCUPATI |
Micro | N < 10 |
Piccola | 10 < N < 50 |
Media | 50 < N < 200 |
Medio grande | 200 < N < 1000 |
Grande | N > 1000 |
L’impegno minimo annuo può essere rappresentato con una matrice, riportata nella successiva Tabella, in cui vengono identificati quattro livelli di impegno come di seguito definiti:
− Livello A: indica un impegno minimo annuo non inferiore a 10 gg-uomo;
− Livello B: indica un impegno minimo annuo non inferiore a 50 gg-uomo;
− Livello C: indica un impegno minimo annuo non inferiore a 100 gg-uomo;
− Livello D: indica un impegno continuativo nell’organizzazione aziendale.
Per l’identificazione del livello di “rischio aziendale” (basso, medio, alto), si deve fare riferimento alle normative vigenti.
Eventuali scenari/esigenze diversi/e da quelle dell’attività ordinaria devono essere valutati caso per caso a cura di DL e SPP, anche tenendo conto delle indicazioni di massima riportate sopra in merito all’analisi di contestualizzazione (Nella colonna “LIVELLO DI IMPEGNO MINIMO ANNUO STIMATO”, laddove sono riportati due livelli, il primo è riferito ad una situazione organizzativa, produttiva e gestionale ordinaria tipica; il secondo tiene conto di eventuali ulteriori fattori specifici di contestualizzazione derivanti da un esame di contesto aziendale effettuata da DL e SPP).
LIVELLO DI IMPEGNO MINIMO STIMATO (gg-uomo annui) | ||
DIMENSIONE AZIENDALE | LIVELLO DI RISCHIO | LIVELLO DI IMPEGNO MINIMO ANNUO STIMATO |
MICRO | BASSO | A |
MEDIO | A-B | |
ALTO | B | |
PICCOLA | BASSO | A |
MEDIO | A-B | |
ALTO | B-C | |
MEDIA | BASSO | A-B |
MEDIO | B | |
ALTO | B-C | |
MEDIO – GRANDE | BASSO | B |
MEDIO | B-C | |
ALTO | C-D | |
GRANDE | BASSO | B-C |
MEDIO | C-D | |
ALTO | D |
Sulla base di tale impostazione metodologica, SPP e DL possono orientarsi nella definizione dell’impegno minimo annuo mediante la compilazione della scheda qui di seguito riportata che costituisce un tool di planning e timing con riferimento ai processi e/o agli ambiti di intervento (tale tabella viene presentata puramente a titolo esemplificativo).
STIMA DELL’IMPEGNO ANNUO PREVISTO PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ DI UN SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROCESSO | AREA DI INTERVENTO | ATTIVITÀ TIPICHE | IMPEGNO STIMATO (GG-UOMO ANNO) | NOTE |
1.ANALISI E VERIFICADEL CONTESTO ORGANIZZATIVO DEI REQUISITI LEGISLATIVI E DELLA DOCUMENTAZIONE | 1.1 ANALISI DEL CONTESTO ORGANIZZATIVO | |||
1.2 INDIVIDUAZIONE DEI REQUISITI LEGISLATIVI, ACQUISIZIONE E CONTROLLO DELLA DOCUMENTAZIONE |
PROCESSO | AREA DI INTERVENTO | ATTIVITÀ TIPICHE | IMPEGNO STIMATO (GG-UOMO ANNO) | NOTE |
2.PIANIFICAZIONE | 2.1 IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI E VALUTAZIONE DEI RISCHI | |||
2.2 IDFENTIFICAZIONE E PIANIFICAZIONE DELLE MISURE E INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DA ATTUARE |
PROCESSO | AREA DI INTERVENTO | ATTIVITÀ TIPICHE | IMPEGNO STIMATO (GG-UOMO ANNO) | NOTE |
3.ATTUAZIONE, CONTROLLI OPERATIVI E VERIFICHE (TRATTAMENTO DEL RISCHIO) | 3.1 ATTUAZIONE, CONTROLLO OPERATIVO E VERIFICA DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DELLE MISURE GENERALI DI TUTELA PIANIFICATE E DELLA LORO EFFICACIA |
PROCESSO | AREA DI INTERVENTO | ATTIVITÀ TIPICHE | IMPEGNO STIMATO (GG-UOMO ANNO) | NOTE |
4.GESTIONE DELLEPROCEDUIRE ORGANIZZATIVE E DEGLI ISTITUTI RELAZIONALI | 4.1 GESTIONE DELLE PROCEDURE ORGANIZZATIVE, GESTIONALI E OPERATIVE INTERNE E DI RAPPORTO CON LE AUTORITÀ E I FORNITORI | |||
4.2 GESTIONE DELLE PROCEDURE INRENTI I PROCESSI DI FORMAZIONE, COMUNICAZIONE (INTERNA E ESTERNA), INFORMAZIONE, CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE |
PROCESSO | AREA DI INTERVENTO | ATTIVITÀ TIPICHE | IMPEGNO STIMATO (GG-UOMO ANNO) | NOTE |
5.RIESAMI EVALUTAZIONI PRESTAZOIONALI | 5.1 RIESAME PERIODICO, ANALISI E VALUTAZIONE DEI DATI DI MONITORAGGIO E CONTROLLO RILEVAZIONI DI NON CONFORMITA’, INFORTUNI, INCIDENTI E ANOMALIE | |||
6.MIGLIORAMENTOCONTINUO | 6.IDENTIFICAZIONEDELLE AZIONI CORRETTIVE EMIGLIORATIVE AI FINI DEL MIGLIORAMENTO CONTINUO |
TOTALE IMPEGNO STIMATO IN GG-UOMO ANNO: _____________