Movimenti ripetitivi: cosa sono, rischi, prevenzione
I movimenti ripetitivi vengono identificati in quelle attività lavorative costituite da cicli composti dalla stessa azione e con tempi relativamente brevi.
Ma quali sono i movimenti ripetitivi? E quali patologie causano i movimenti degli arti ripetitivi degli arti superiori? Approfondiamo gli aspetti principali di questa tematica.
Cosa si intende per movimenti ripetitivi?
In linea generale un’attività lavorativa può essere composta da uno o più compiti che possono essere ripetitivi o non ripetitivi.
Andiamo a definire nel dettaglio cosa si intende per movimenti ripetitivi:
per compiti ripetitivi si intende, una sequenza di azioni caratterizzate da una durata relativamente breve, detti “cicli”, che si ripetono più volte e uguali a loro stesse. Tali azioni sono rappresentate non da singoli movimenti articolari ma da un insieme di movimenti e gesti eseguiti da uno o più distretti articolari finalizzati al compimento di un’operazione elementare.
Movimenti ripetitivi: quali rischi per la salute del lavoratore?
L’esecuzione di alcune operazioni in maniera ripetitiva può essere causa di sollecitazioni alle strutture ossee, articolari e muscolari, tendinee, nervose e vascolari, che possono col tempo portare all’insorgenza di veri e propri disturbi invalidanti. In particolare, i rischi per la salute possono essere classificati in due differente gruppi:
- Sindromi infiammatorie muscolo – tendinee, che comprendono le tendiniti della spalla, del gomito e del distretto mano – polso;
- Sindromi da intrappolamento dei nervi periferici, fra cui è possibile citare la Sindrome del tunnel carpale.
Risulta importante ricordare che l’art. 15 del D.Lgs. 81/08 definisce che: “il datore di lavoro deve adottare le misure generali di tutela dei lavoratori che comprendono anche il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo”.
Nello specifico il decreto in questione non tratta l’argomento espressamente ma cita all’interno dell’allegato XXXIII la norma ISO 11228-3, in relazione alla valutazione del rischio da movimenti ripetitivi per gli arti superiori, la quale si riferisce infatti alla movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza. Di conseguenza i criteri di riferimento per la valutazione di tale tipologia di rischio sono le norme tecniche, le buone prassi e le linee guida emanate dagli enti competenti.
Per effettuare una corretta valutazione del rischio da movimenti ripetitivi degli arti superiore è necessario identificare alcuni fattori che incidono fortemente sul rischio, quantificarli e considerarli nel loro insieme, in quanto gli stessi caratterizzano l’esposizione lavorativa in relazione alla durata. I principali fattori di rischio nei movimenti ripetitivi sono:
- Frequenza di azione elevata;
- Uso eccessivo di forza;
- Postura e movimenti di arti superiori incongrui o stereotipati;
- Carenza di periodi di recupero adeguati.
Movimenti ripetitivi e sorveglianza sanitaria
Non potendo considerare come fonte di rischio per la salute del lavoratore ogni attività che comporta una movimentazione, per poter definire il bisogno della sorveglianza sanitaria deve essere necessariamente effettuata una valutazione specifica.
La soluzione più semplice per contrastare il rischio legato a tali situazioni è quella di fare ricorso ad attrezzature meccaniche, nei casi in cui ciò non risulta possibile, possono essere adottate delle misure organizzative volte a ridurre il rischio (per esempio, prevedere una durata o frequenza maggiore delle pause, prevedere una variazione dei compiti durante la giornata lavorativa, ecc.).