Formaldeide, cosa cambia
Dal 1 Gennaio 2016, con l’applicazione del Regolamento (UE) 605/2014, la classificazione della Formaldeide è stata rivista e, da sospetto cancerogeno, è stata catalogata come “Carcinogeno di categoria 1B“, prodotto che può provocare il cancro, introducendo così anche una novità in materia di valutazione del rischio chimico. La nuova classificazione della Formaldeide fa scattare, nel caso di utilizzo di tale sostanza in ambito aziendale, l’applicabilità del Titolo IX Capo II D.lgs 81/2008 – disposizioni relative alla protezione da agenti cancerogeni e mutageni.
Risulta pertanto necessario revisionare il Documento di Valutazione dei Rischi, e qualora non sia possibile evitare l’utilizzo dell’agente cancerogeno, dovrà esserne previsto l’utilizzo, per quanto tecnicamente possibile, in “sistemi chiusi” (articolo 235 comma 2). Solo se “il ricorso ad un sistema chiuso non è sotto l’aspetto tecnico possibile il datore di lavoro deve provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile” (articolo 235 comma 3). Naturalmente, dovrà essere adeguata e aggiornata anche la sorveglianza sanitaria.
Che cos’è la formaldeide? che effetti ha sull’uomo ?
La formaldeide a temperatura ambiente è allo stato gassoso, incolore e dall’odore penetrante, solubile nell’acqua. Viene catalogata come composto organico volatile, i prodotti che la contengono la rilasciano con molta facilità nell’aria circostante.
La formaldeide è impiegata per la produzione di resine sintetiche usati come collanti o leganti nella fabbricazione di pannelli e mobili di truciolato e compensato.
Le concentrazioni di formaldeide in aria, dovute ai materiali da costruzione ed i prodotti di manifattura, anche se ridotte e nei limiti accettabili diventano pregiudizievoli se associate a quelle dei prodotti per la pulizia degli ambienti, degli alimenti, dei medicinali ed a quelle presenti nei nuovi arredi.
A solo titolo informativo si ricorda che la formaldeide è presente inoltre nei settori alimentare, farmaceutico e cosmetico. Ad esempio nella conservazione degli alimenti può raggiungere concentrazioni anche elevate: fino a 1000 ppm nel pesce affumicato, sino a 100 ppm nei crostacei. La si ritrova anche in cibi come i formaggi e mele (dove la formaldeide può arrivare a 20 ppm). Ancora oggi è ammessa come additivo alimentare (conservante) con la sigla E240. Nella cosmesi è diffusa in molti detergenti e saponi, nel detersivo per piatti, negli ammorbidenti, nei lucidi per scarpe, negli indurenti per unghie, nelle lozioni per capelli, nel fondo tinta, nelle creme, nei collutori, nel mascara.