FAQ COVID-19 per datori di lavoro
- Quesito:
Quando si può dichiarare guarito un caso confermato di Covid-19?
Risposta:
Quando risolve i sintomi dell’infezione da COVID-19 e risulta negativo in due tamponi consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di SARS-CoV-2. - Quesito:
Cosa fare prima del rientro in ufficio di un lavoratore risultato positivo all’infezione da COVID- 19?
Risposta:
Per il reintegro progressivo di lavoratori dopo l’infezione da COVID-19, il medico competente, previa presentazione di certificazione di avvenuta negativizzazione del tampone secondo le modalità previste e rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza, effettua la visita medica precedente alla ripresa del lavoro, a seguito di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi, al fine di verificare l’idoneità alla mansione”. (D.Lgs 81/08 e s.m.i, art. 41, c. 2 lett. e-ter), anche per valutare profili specifici di rischiosità e comunque indipendentemente dalla durata dell’assenza per malattia. - Quesito:
Gli asintomatici positivi possono effettuare attività in smart working?
Risposta:
No, perché il sintomatico positivo è in malattia e di fatto non può lavorare. Lo stesso principio si applica anche a coloro che sono in quarantena. - Quesito:
Un dipendente fa rientro da un paese considerato a rischio (ad esempio Malta). L’azienda può richiedere di ottenere l’esito del tampone?
Risposta:
No. - Quesito:
Il datore di lavoro può richiedere al personale di limitare i contatti sociali, di non frequentare posti affollati, ecc.?
Risposta:
No, non può farlo ma è bene specificare che le principali misure igieniche da rispettare valgono sia sul luogo di lavoro che all’esterno. - Quesito:
L’azienda può richiedere ai dipendenti di non fare viaggi all’estero nelle zone considerate a rischio?
Risposta:
No. - Quesito:
Un dipendente con età superiore ai 55 anni è considerato un lavoratore fragile?
Risposta:
No, nella Circolare congiunta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero della Salute n. 13 del 4 settembre 2020 con riferimento all’età viene chiarito che tale parametro, da solo, non costituisce elemento sufficiente per definire uno stato di fragilità.
- Quesito:
Un dipendente ha inviato all’ufficio del personale un certificato del proprio medico curante riguardo la sua condizione di fragilità. Cosa bisogna fare a questo punto?
Risposta:
Inviare al medico competente la documentazione ricevuta per poi eseguire visita medica. - Quesito:
Una lavoratrice in stato di gravidanza è ritenuta un caso fragile?
Risposta:
Le lavoratrici in dolce attesa non sono considerati casi fragili ma, in base alla specifica mansione, il medico competente potrebbe individuare dei possibili rischi; va pertanto verificato con il medico competente l’iter da seguire. - Quesito:
Se tra i dipendenti vi sono lavoratori disabili, o che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con disabilità nelle condizioni di cui all’articolo 3, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104 devono essere intraprese azioni?
Risposta:
In questi casi i lavoratori hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile ai sensi degli articoli da 18 a 23 della Legge 22 maggio 2017, n. 81, a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione. Ai lavoratori del settore privato affetti da gravi e comprovate patologie con ridotta capacità lavorativa è riconosciuta la priorità nell’accoglimento delle istanze di svolgimento delle prestazioni lavorative in modalità agile ai sensi degli articoli da 18 a 23 della Legge 22 maggio 2017, n. 81. (D.L. n. 83 del 30/07/2020). - Quesito:
Ci sono limitazioni nell’uso delle docce nel periodo di emergenza?
Risposta:
No, bisogna però rispettare le misure anti-contagio, quali regolamentare gli accessi, garantire il distanziamento di almeno un metro, assicurare la pulizia quotidiana e sanificazione periodica dei locali. - Quesito:
Ci sono limitazioni nell’uso degli spogliatoi nel periodo di emergenza?
Risposta:
No, bisogna però rispettare le misure anti-contagio, quali regolamentare gli accessi, garantire il distanziamento di almeno un metro, assicurare la pulizia quotidiana e sanificazione periodica dei locali. - Quesito:
È necessario aprire le finestre periodicamente?
Risposta:
Sì, per favore l’aerazione naturale, anche nel periodo invernale. Da fare eventualmente ad inizio giornata e durante le pause. - Quesito:
Un dipendente può rifiutarsi di partecipare ad una riunione in presenza?
Risposta:
No, se vengono rispettati tutti i requisiti anti-contagio previsti, quali ad esempio: distanziamento, utilizzo mascherine, aerazione naturale dei locali, gel per l’igiene delle mani, ecc.
- Quesito:
L’azienda può consentire ai dipendenti di usare postazioni condivise?
Risposta:
Sì, possono alternarsi a patto che le postazioni siano ad ogni utilizzo pulite e sanificate. - Quesito:
È necessario controllare l’applicazione delle norme Covid-19?
Risposta:
Sì, compilando periodicamente una lista di controllo (ad esempio con frequenza settimanale o mensile) come la check list allegata. - Quesito:
È necessario individuare un Covid Manager?
Risposta:
No, però tra i compiti del preposto alla sicurezza rientra anche la vigilanza sull’applicazione delle norme Covid. - Quesito:
Alla riapertura, dopo il lockdown, l’azienda ha effettuato la sanificazione dei locali. L’azienda deve programmare un’altra sanificazione? Deve farla con quale frequenza?
Risposta:
Sì, la sanificazione deve essere periodica. Si ricorda che può essere eseguita anche internamente (verbalizzando le attività svolte ed i prodotti utilizzati) senza ricorrere necessariamente ad aziende esterne. - Quesito:
L’azienda è tenuta a registrare le operazioni di pulizia e sanificazione?
Risposta:
Sì, risulta importante per dimostrare l’applicazione delle procedure anti-contagio previste. - Quesito:
L’azienda deve organizzare ancora riunioni con il comitato?
Risposta:
Sì, il periodo di emergenza risulta ancora in corso. Quando ritenuto necessario (a causa di modifiche normative od organizzative) il comitato deve riunirsi, le consultazioni del comitato devono essere verbalizzate. - Quesito:
L’azienda è obbligata a fornire ai lavoratori le mascherine chirurgiche?
Risposta:
Sì, le mascherine chirurgiche in questo periodo di emergenza sono considerate veri e propri DPI. - Quesito:
L’azienda può acquistare qualsiasi tipo di mascherina da fornire ai lavoratori?
Risposta:
No, bisogna acquistare solo mascherine chirurgiche dotate di dichiarazioni di conformità o di autorizzazione da parte dell’ISS (documentazione da conservare).
- Quesito:
L’azienda può obbligare i dipendenti ad indossare la mascherina chirurgica?
Risposta:
Sì, le mascherine chirurgiche in questo periodo di emergenza sono considerate DPI (dispositivi di protezione individuale). L’azienda in caso di mancato utilizzo può anche sanzionare il lavoratore e/o intraprendere un provvedimento disciplinare. - Quesito:
Un lavoratore dichiara di non poter indossare le mascherine chirurgiche in quanto allergico. Cosa fare?
Risposta:
Le mascherine chirurgiche sono anallergiche. Il lavoratore deve indossarle. - Quesito:
Il lavoratore arriva in azienda con la sua mascherina di comunità. Può continuare ad indossarla?
Risposta:
No, deve indossare le mascherine fornite dal datore di lavoro. Quelle di comunità non sono DPI da usare sui luoghi di lavoro. - Quesito:
Il datore di lavoro è ritenuto responsabile in caso di mancato utilizzo da parte dei lavoratori della mascherina chirurgica?
Risposta:
Sì, le mascherine chirurgiche in questo periodo di emergenza sono considerate DPI. - Quesito:
Il datore di lavoro è ritenuto responsabile in caso di mancato utilizzo da parte dei lavoratori della mascherina chirurgica anche se ha informato il personale?
Risposta:
Sì. Il datore di lavoro non è necessariamente tenuto ad erogare un corso di formazione specifico ma, anche per limitare la propria responsabilità è utile fornire una informativa e vigilare sull’utilizzo. - Quesito:
Sul luogo di lavoro è obbligatorio utilizzare la mascherina anche se viene rispettata la distanza di sicurezza?Risposta:
In Regione Lombardia è obbligato a utilizzare la mascherina tutto il personale che lavora in attività economiche, produttive e sociali a prescindere dal luogo di svolgimento. In queste tipologie di attività è obbligatorio l’utilizzo della mascherina anche laddove viene rispettata la distanza di sicurezza. - Quesito:
In azienda deve essere presente un contenitore dedicato allo smaltimento dei DPI?
Risposta:
Non è obbligatorio, a meno che non ci siano specifiche ordinanze regionali o regolamenti comunali. Mascherine e guanti vanno gettate nell’indifferenziato. - Quesito:
In Lombardia per misurare la temperatura corporea del personale deve essere presente un supervisore oppure è sufficiente che il datore di lavoro metta a disposizione uno strumento di misurazione per i propri dipendenti?Risposta:
Non è sufficiente mettere a disposizione dei dipendenti uno strumento per misurare la temperatura. È necessario quindi che il datore di lavoro o un suo delegato facciano da supervisori durante la rilevazione della temperatura, anche per adottare gli opportuni provvedimenti in caso vengano ravvisati i sintomi di un’infezione da COVID-19 (Ordinanza n. 604 del 10.09.2020). - Quesito:
Cosa succede dopo il 15 ottobre (termine ultimo dello stato dichiarato di emergenza)?
Risposta:
Non si possono fare previsioni al momento. Bisognerà tenere conto dell’andamento della situazione epidemiologica e della curva dei contagi. - Quesito:
Se dovesse terminare lo stato di emergenza in data 15 ottobre i dipendenti possono continuare a fare smart working?
Risposta:
No, in mancanza di ulteriori proroghe, sarà necessario specifico accordo tra datore di lavoro e dipendente.