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Come sviluppare la politica aziendale per il controllo del fumo di sigaretta?

Pur in presenza di leggi che supportano il divieto di fumo e di una ormai forte sensibilità al problema nella società, non è sufficiente un singolo provvedimento amministrativo o una disposizione da parte della direzione della azienda per ottenere un ambiente di lavoro libero da fumo. Si deve pensare, infatti, che la limitazione o il divieto di fumo sono interventi che incidono profondamente sugli stili di vita dei lavoratori. Ne consegue, quindi, che un ambiente di lavoro senza fumo è frutto di una politica organica, cioè di un insieme di provvedimenti che prevedano oltre ai divieti, interventi informativi che coinvolgano tutti i lavoratori e momenti educativi ed eventualmente di sostegno per chi vuole smettere.

E’ utile coinvolgere in questa azione forze sia interne che esterne all’azienda stessa, contattando ad esempio la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, i Centri Antifumo e i Servizi Sanitari delle Aziende ULSS (Dipartimento di Prevenzione, Dipartimento per le Dipendenze).

E’ importante, comunque, che in tutte le iniziative risulti chiara la piena titolarità dell’intervento da parte della Direzione Aziendale committente. L’obiettivo di una azienda “libera dal fumo” può sfociare in risultati concreti solo se è vissuto dalla Direzione Aziendale come un impegno con tutto quello che questo comporta (monitoraggio, valutazione, etc.) e la conseguente necessità che i dirigenti si “spendano” su questa iniziativa con il peso della loro autorità e autorevolezza.

Le fasi per un efficace piano d’azione sul posto di lavoro sono:

1. COSTITUIRE IL GRUPPO DI LAVORO AZIENDALE
2. VALUTARE LA SITUAZIONE ESISTENTE IN AZIENDA
3. SCEGLIERE TRA DIVIETO ASSOLUTO O PARZIALE (LOCALI PER FUMATORI)
4. DEFINIRE GLI OBIETTIVI E IL PIANO D’AZIONE
5. REDIGERE IL REGOLAMENTO
6. COMUNICARE LA POLITICA AZIENDALE
7. MONITORARE L’ATTUAZIONE DEL PROGETTO E VALUTARE I RISULTATI