Aggiornamento delle indicazioni per la prevenzione e la gestione degli ambienti indoor da Covid-19
Il rapporto ISS COVID-19 n°11 del 2021 aggiorna il precedente n° 5 del 2020 e tratta le indicazioni ad interim per la prevenzione e la gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2.
Gli studi effettuati su ambienti pubblici indoor di diverse tipologie, particolarmente affollati, non adeguatamente ventilati (<< 3 L/s/persona) e con persone infette che non indossavano mascherine per tutta la durata di permanenza, hanno dimostrato che il rischio di esposizione a SARS-CoV-2 è molto più elevato rispetto agli ambienti outdoor, dove la diluizione delle eventuali particelle virali consente una forte riduzione del rischio. Infatti, a distanza da una persona infetta, in uno spazio chiuso e non aerato, a distanza breve/ravvicinata o anche a lungo raggio, si accumula una maggiore carica virale trasportata dalle goccioline e aerosol rilasciate dal soggetto infetto
Il rapporto dà i consigli per mantenere la salubrità dell’aria sia in ambienti domestici che lavorativi e si focalizza sulle misure preventive e sulle azioni da adeguare e implementare rispetto a:
- ricambio dell’aria naturale, ventilazione meccanica, centralizzata e non
- parametri microclimatici
- indicazioni che favoriscono l’adozione di comportamenti corretti e prevenire quelli più a rischio
- carichi di lavoro e livelli di occupazione degli ambienti
Le misure previste e le indicazioni fornite per entrambi gli ambienti, domestici e lavorativi, risultano essenzialmente le medesime; le stesse sono sia di carattere generale che catalogate in base alla tipologia di impianto di areazione, se presente
Si elencano in seguito le indicazioni fornite nel rapporto:
- Garantire un buon ricambio dell’aria in tutti gli ambienti, in maniera naturale, e con una maggiore frequenza aprendo leggermente una o più ante delle finestre e dei balconi e contemporaneamente le porte delle stanze, come misura per aumentare l’ingresso di nuova “aria fresca” esterna.
- In linea generale è preferibile aprire per alcuni minuti più volte al giorno, rispetto ad una sola volta al giorno per un lungo periodo (detta anche ventilazione intermittente).
- Nel caso in cui alcuni ambienti siano dotati di impianti autonomi fissi di riscaldamento/raffrescamento (es. climatizzatori aria-aria, pompe di calore split, climatizzatori aria-acqua con unità interna tipo fancoil, climatizzatori portatili collegati con un tubo di scarico flessibile dell’aria con l’esterno), che per il loro funzionamento non utilizzano “nuova aria esterna”, ma sempre la stessa aria ricircolata che viene riscaldata/raffreddata, è importante non dimenticare di aprire, finestre e balconi per pochi minuti più volte al giorno, per operare una diluizione/riduzione delle concentrazioni sia degli inquinanti accumulati nell’aria che viene ricircolata (es. i COV, il PM10, gli odori, il bioaerosol che può trasportare batteri, virus, allergeni, funghi filamentosi [muffe]), sia della CO2, sia dell’umidità relativa dell’aria
- Negli edifici dotati di specifici impianti di ventilazione UTA/VMC, correttamente progettati, che movimentano aria esterna (outdoor) attraverso motori/ventilatori e la distribuiscono attraverso condotti e griglie/diffusori posizionati a soffitto, sulle pareti o a pavimento, consentendo il ricambio dell’aria in tutte le aree/ambienti occupati dell’edificio, questi impianti, laddove i carichi termici lo consentano, possono mantenere attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7,
- Il consiglio è di mantenere lo stesso livello di protezione eliminando, ove è possibile, la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti chimici e biologici (es. batteri, virus, ecc.) accumulati nell’aria, favorendo così anche la riduzione della contaminazione dal virus SARS-CoV-2 e proteggendo i lavoratori, i clienti, i fruitori e i visitatori anche a scapito di un minor comfort termico
- aumentare in modo controllato l’aria primaria in tutte le condizioni. Si consiglia, dove non è possibile disattivare tale quota di ricircolo, a causa delle specifiche di funzionamento legate alla progettazione, di far funzionare l’impianto adattando e rimodulando correttamente la quantità di aria primaria necessaria a tali scopi e riducendo la quota di aria di ricircolo
- Evitare di utilizzare e spruzzare prodotti per la pulizia detergenti/disinfettanti spray direttamente sul filtro per non inalare sostanze inquinanti (es. COV), durante il funzionamento degli impianti.