FAQ Garante privacy sul trattamento dei dati nel contesto lavorativo pubblico e privato nell’ambito dell’emergenza sanitaria
Il Garante della Privacy ha recentemente fornito preziosi chiarimenti sul trattamento dei dati ai tempi del coronavirus attraverso la pubblicazione di FAQ, in questo articolo vogliamo mettere in risalto quelle attinenti il mondo lavorativo.
Si ricorda che le FAQ sono indicazioni a carattere generale ispirate delle segnalazioni e reclami provenienti dai cittadini. Esse sono in costante aggiornamento quindi si consiglia di seguire la pagina web del Garante italiano per eventuali modifiche.
1) Il datore di lavoro può rilevare la temperatura corporea del personale dipendente o di utenti, fornitori, visitatori e clienti all’ingresso della propria sede?
Si, è consentito al datore di lavoro rilevare la temperatura corporea delle persone che fanno ingresso presso i locali aziendali, Essa quando è associata all’identità di una persona, costituisce un trattamento di dati personali ed è consentita la registrazione di tale dato solo se supera la soglia stabilita dalla legge (37.5°).
Per i clienti o visitatori occasionali anche qualora la temperatura risulti superiore alla soglia indicata non è, di regola, necessario registrare il dato relativo al motivo del diniego di accesso.
2) L’amministrazione o l’impresa possono richiedere ai propri dipendenti di rendere informazioni, anche mediante un’autodichiarazione, in merito all’eventuale esposizione al contagio da COVID 19 quale condizione per l’accesso alla sede di lavoro?
I dipendenti devono segnalare al datore di lavoro qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Questo comporta la possibilità per i datori di lavoro di precludere l’accesso alle persone che negli ultimi 14 giorni, abbiano avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o che provengano da zone a rischio. A tal fine, è possibile richiedere da parte del datore di lavoro di una dichiarazione che attesti tali circostanze anche a terzi (es. visitatori e utenti). Tale dichiarazione non deve raccogliere informazioni superflue riguardanti la persona risultata positiva, le specifiche località visitate o altri dettagli relativi alla sfera privata.
3) È possibile pubblicare sul sito istituzionale i contatti dei funzionari competenti per consentire al pubblico di prenotare servizi, prestazioni o appuntamenti presso le amministrazioni nella attuale emergenza epidemiologica?
Nel rispetto dei principi di protezione dei dati è possibile pubblicare nelle pagine web i soli recapiti delle unità organizzative competenti (numero di telefono e indirizzo PEC) dunque non è possibile condividere quelli dei singoli funzionari preposti agli uffici.
4) Quali trattamenti di dati personali sul luogo di lavoro coinvolgono il medico competente?
In capo al medico competente permane, anche nell’emergenza, il divieto di informare il datore di lavoro circa le specifiche patologie occorse ai lavoratori ma si deve limitare a segnalare eventuali “situazioni di particolare fragilità e patologie attuali o pregresse dei dipendenti”, ovvero qui casi specifici in cui reputi che la particolare condizione di fragilità del dipendente ne suggerisca l’impiego in ambiti meno esposti al rischio di infezione. Non è necessario comunicare al datore di lavoro la specifica patologia eventualmente sofferta dal lavoratore.
5) Il datore di lavoro può comunicare al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza l’identità dei dipendenti contagiati?
Il datore di lavoro deve comunicare i nominativi del personale contagiato esclusivamente alle autorità sanitarie competenti e collaborare con esse per l’individuazione dei “contatti stretti” utile ad attivare le misure di profilassi.
Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non deve venire a conoscenza di questi nominativi anche se, non è escluso che questo possa avvenire nello svolgimento delle sue funzioni (es. nella predisposizione del DVR). Questa situazione è lecita in quanto il trattamento avviene in forma aggregata e nel rispetto della normativa della protezione dei dati personali e la legge sulla sicurezza sul lavoro.
6) Può essere resa nota l’identità del dipendente affetto da Covid-19 agli altri lavoratori da parte del datore di lavoro?
Il datore di lavoro non può condividere questa informazione che spetta esclusivamente alle autorità sanitarie competenti, al fine di informare i “contatti stretti” del contagiato, per attivare le previste misure di profilassi.
Onere del datore di lavoro è di adottare, in caso di presenza di persona positiva al Covid-19, le relative azioni di pulizia e la sanificazione dei locali aziendali, da effettuarsi secondo le indicazioni impartite dal Ministero della salute.