Recuperabilità degli imballaggi
La direttiva 94/62/CE si prefigge di armonizzare le misure relative alla gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio. Il rispetto di queste misure porta ad un alto livello di protezione ambientale, rafforza il mercato interno e riduce gli ostacoli al commercio e alla concorrenza nel territorio della Comunità europea.
Con l’obiettivo di ridurre lo smaltimento dei rifiuti da imballaggio, la direttiva in oggetto stabilisce misure volte a favorire il riutilizzo e il riciclo degli imballaggi e valuta altre forme di recupero.
Come le altre norme armonizzate – dalla UNI EN 13427 alla UNI EN 13431 – la norma europea UNI EN 13432 “Imballaggi – Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi” riguarda tutte le tipologie di materiali e di imballaggi per qualsiasi tipo di prodotto. Essa specifica i requisiti e le procedure per determinare la possibilità di compostaggio e di trattamento anaerobico degli imballaggi e dei materiali che costituiscono l’imballaggio tenendo conto di quattro caratteristiche: la biodegradabilità, la disintegrazione durante il trattamento biologico, l’effetto sul processo di trattamento biologico e l’effetto sulla qualità del compost risultante.
Nel caso di un imballaggio costituito da diverse componenti, alcune delle quali possono essere compostabili e altre no, l’imballaggio nel suo insieme è da considerarsi non compostabile. Tuttavia, se i componenti possono essere facilmente separati manualmente prima dello smaltimento, una volta separati i componenti compostabili possono essere trattati come tali.
Molti negozi stanno oggi applicando la norma in oggetto alle proprie borse di plastica sostituendo i sacchetti in polietilene con quelli biodegradabili, che privilegiano l’utilizzo di materie prime naturali: i sacchetti “verdi” prodotti secondo la UNI EN 13432 potranno decomporsi in biossido di carbonio, biomassa e acqua.
fonte: www.uni.com