La ISO 26000 sulla responsabilità sociale in pubblicazione a novembre
fonte: UNI
Dopo un lungo e intenso lavoro durato cinque anni, la ISO 26000 sulla responsabilità sociale ha terminato con successo il suo complesso iter di elaborazione ed è finalmente pronta per la pubblicazione, come norma tecnica internazionale, il 1° novembre prossimo.
Rendendo omaggio al lavoro esemplare svolto dagli esperti che hanno sviluppato l’importante documento, il Segretario Generale dell’ISO, Robert Steele, ha dichiarato: “La ISO 26000 aiuterà quelle organizzazioni per le quali operare in maniera socialmente responsabile è più che una buona idea ma un modo efficace per svolgere la propria attività. Sarà quindi un potente strumento per muovere le organizzazioni dall’universo delle ‘buone intenzioni’ a quello delle ‘buone azioni’”.
Indubbiamente la ISO 26000 porta un vento di positiva concretezza. La norma fornirà infatti alle organizzazioni del settore sia pubblico che privato una guida armonizzata e universalmente applicabile alle pratiche di responsabilità sociale.
Il documento che verrà ufficialmente pubblicato a novembre è il risultato del più ampio consenso internazionale raggiunto tra gli esperti e i principali soggetti interessati ed è stato elaborato con l’intento di incoraggiare l’adozione in tutto il mondo delle migliori pratiche in tema di responsabilità sociale.
La norma raccoglie i frutti di un accordo generale su aspetti rilevanti quali:
– le definizioni e i principi generali della responsabilità sociale;
— le questioni cruciali che devono essere affrontate in tema di responsabilità sociale;
– l’integrazione della responsabilità sociale nelle attività complessive di un’organizzazione.
Lo scorso 12 settembre si è chiuso il voto dei membri ISO sulla bozza finale del documento (ISO/FDIS). Questo documento ha raccolto una larga approvazione con il 94% dei consensi e un ampio supporto anche da parte delle altre organizzazioni che hanno contribuito allo sviluppo del testo normativo in questi lunghi anni di lavoro.
E’ infatti dal 2005 che la ISO 26000 è al centro di una intensa e indefessa attività normativa. Il progetto è stato portato avanti dall’apposito gruppo di lavoro ISO sulla “social responsibility”: l’ISO/WG SR. Esso era composto da esperti e osservatori di 99 Paesi membri dell’ISO – di cui 69 appartenenti a Paesi in via di sviluppo – e da 42 organizzazioni del settore sia pubblico che privato.
Tutti i principali gruppi di “stakeholder” erano adeguatamente rappresentati: dal mondo dell’impresa a quello delle istituzioni, dal mondo del lavoro alle organizzazioni consumeristiche e non governative… Il tutto in un mix ottimamente bilanciato anche dal punto di vista prettamente geografico. Circa 400 persone hanno così preso parte ai lavori, rendendo il Working Group ISO sulla responsabilità sociale il più grande mai attivato.
L’ente normatore brasiliano (l’ABNT) e quello svedese (il SIS) hanno avuto l’onore e l’onere di condividere la leadership di questo eterogeneo, numeroso ed efficace gruppo di lavoro.
Commentando il voto finale che ha spianato la strada alla definitiva pubblicazione della ISO 26000,Jorge E.R. Cajazeira, presidente del WG, ha dichiarato: “Un giorno le organizzazioni guarderanno alla ISO 26000 e diranno: ‘come avremmo potuto sopravvivere sui mercati senza la responsabilità sociale?’ Questo perché un giorno un gruppo di sognatori ha cercato di immaginare come poteva essere il futuro e ha lavorato duramente per cinque anni per realizzare questo obbiettivo. Sono fiero – ha aggiunto Cajazeira – di essere stato alla guida di un sogno così grande”.
Analoga soddisfazione ha espresso il vice-presidente Staffan Söderberg, il quale ha voluto sottolineare come la maggiore qualità della ISO 26000 risieda nel processo collegiale che la ha elaborata, fatto di impegno e collaborazione fattiva di tutti gli stakeholder. “Ora” – ha aggiunto – “consegniamo questo importante documento ai veri agenti del cambiamento: coloro che le norme le usano quotidianamente”.
Un aspetto va comunque ulteriormente sottolineato: la norma ISO 26000 è una guida volontaria che illustra le migliori pratiche in tema di responsabilità sociale sinora sviluppate nel settore sia pubblico che privato. Ciò significa che – a differenza di quanto avviene per la ISO 9001 sui sistemi di gestione per la qualità e la ISO 14001 sui sistemi di gestione ambientale – la ISO 26000 non è un documento di specifiche tecniche in base al quale ottenere una certificazione di conformità.
L’ISO sarà particolarmente attento affinché questo rilevante aspetto della normativa in vigore dal 1° novembre sia strettamente rispettato.
Un’ultima nota sulla partecipazione italiana ai lavori.
Grazie alla nutrita delegazione dell’UNI, l’Italia è stata sempre tra i Paesi più presenti e più attivi in ISO, concludendo questa prima parte dell’esperienza ISO 26000 con la riunione dellaCommissione UNI “Responsabilità sociale delle organizzazioni” dello scorso 7 settembre, in cui la posizione di voto italiana è stata positiva all’unanimità tra tutti i partecipanti ai lavori.
Ma l’esperienza continua: la Commissione UNI ha infatti deliberato l’adozione nazionale della futura ISO 26000 come norma nazionale e sta già traducendo il testo in italiano, ipotizzando iniziative di diffusione e divulgazione.