Come difendersi dal virus A/H1N1
La mascherina? Serve a poco
Una guida per difendersi dal virus
Bambini, viaggi, medicinali: tutte le risposte sulla malattia
1 Come si trasmette l’influenza da virus A/H1N1?
In maniera diretta attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie veicolate con tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata, ma anche indirettamente attraverso la dispersione di virus e secrezioni su oggetti e superfici. Anche un bacio o il bere dallo stesso bicchiere o bottiglia può essere un veicolo del virus.
2 A quale distanza ci si può infettare?
A 15-20 centimetri attraverso il respiro, a un metro se chi è infettato starnutisce, a circa tre metri dopo un colpo di tosse (le goccioline contenenti il virus vanno a una velocità di 150 chilometri orari).
3 La mascherina serve?
Poco, perché lo spray infettante nel caso della nuova influenza è composto di goccioline di pochi micron e può essere trasportato anche a distanza. Una micro nebbiolina che passa attraverso le mascherine tradizionali. Nel caso della Sars, invece, funzionavano perché le goccioline infettanti erano più grandi. E la Sars, che aveva allertato gli esperti, era meno diffusiva anche se più «cattiva».
4 Quindi mettere la mascherina in un ambiente a rischio non proteggerebbe a sufficienza. Ma quali sono gli ambienti a rischio?
Tutti i luoghi affollati e le manifestazioni di massa, anche se all’aperto. Le collettività come quelle scolastiche. I pub e le discoteche. Cinema e mezzi pubblici… No se semivuoti, sì se affollati. Altre caratteristiche favorevoli sono il caldo e l’umidità. Per esempio: un luogo affollato dove si suda è a rischio.
5 Quindi nel caso di una diffusione più importante del virus, avrebbe senso chiudere momentaneamente le scuole?
Si. Dall’andamento della diffusione di questa influenza è evidente che essa si diffonde più facilmente nelle collettività, quali quelle scolastiche, frequentate da ragazzi e giovani. Ma non solo le scuole. Anche tutti quei locali che presentano le caratteristiche di affollamento, sudore e respirazione ravvicinata. E anche le case di riposo o i circoli ricreativi per anziani, che sono tra i soggetti più a rischio.
6 E se ci si trova in ambienti o località rischiose, quali precauzioni vanno adottate se la mascherina non funziona del tutto?
Lavarsi le mani è fondamentale. Il virus non passa attraverso la pelle, ma approfittando delle minori difese presenti negli occhi, nella bocca e nel naso. Toccarsi la bocca, strofinarsi gli occhi sono le vie di infezione. A parte il respirare l’aerosol ambientale, come una nebbiolina che resta nell’aria, contenente le goccioline «virali». Quindi le mani vanno lavate regolarmente e frequentemente con acqua e sapone: bene, e non solo sciacquate. In alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti. Nel caso non sia possibile lavarle, evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca.
7 Altre precauzioni?
Coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare poi il fazzoletto usato nella spazzatura. Areare regolarmente le stanze di soggiorno.
8 Quando un colpito dall’influenza A/H1N1 è contagioso?
L’incubazione dura al massimo una settimana, ma chi è infettato è contagioso dal giorno prima della comparsa dei sintomi e per altri 4-5 giorni. Alcune persone, in particolar modo i bambini, possono espellere virus anche per 10 giorni e più.
9 Quali i sintomi?
Come ogni influenza: febbre superiore a 38 gradi centigradi, tosse, mal di gola, malessere, dolori muscolari.
10 Quali le prime cure da praticare?
Anche se non si sa di che influenza si tratti, possono essere presi i farmaci cosiddetti sintomatici (antifebbrili, antinfiammatori, balsamici) e andrebbero rispettati il riposo e le misure di distanziamento nei confronti dei soggetti sani.
11 Che cosa dovrebbero fare gli amici o gli accompagnatori di chi si ammala all’estero, come accaduto nei college inglesi?
In questi casi, gli accompagnatori dei ragazzi dovranno subito chiamare un medico che, dopo la visita e se effettivamente necessario, prescriverà e assicurerà il trattamento con farmaci antivirali (in caso di necessità è possibile contattare l’Ambasciata o il Consolato). Si ribadisce che un uso non appropriato degli antivirali e non prescritto da un’attenta valutazione medica può rendere inefficace la loro azione in caso di reale necessità di trattamento. Cosa che sta cominciando ad accadere (rari casi) in quei Paesi, non in Italia, dove il Tamiflu è stato usato per profilassi o ai primi sintomi e senza diagnosi. E’ possibile che, in via prudenziale, i soggetti malati siano trattenuti fino a completa guarigione per evitare che si mettano in viaggio. Sia per prevenire possibili complicazioni favorite dallo stress del viaggio sia per evitare ulteriore diffusione dell’infezione.
12 E per chi si infetta in Italia?
Stesse accortezze. Finora i casi nel nostro Paese sono stati d’importazione. Sarebbe opportuno, come consigliato dalle autorità, restare a casa una settimana dopo un periodo passato nelle zone dove la nuova influenza è più diffusa. In questo momento, in Europa, l’intero Regno Unito è tra i Paesi più colpiti dalla nuova influenza A/H1N1, registrando da solo circa il 66% dei casi segnalati da tutti i Paesi dell’Ue. Gli organismi sanitari internazionali non sconsigliano l’effettuazione di viaggi all’estero, anche verso le aree maggiormente colpite dall’infezione (Stati Uniti, Messico, Sud America: Argentina in particolare). In questo momento, infatti, le caratteristiche cliniche della nuova influenza A/H1N1 sono di modesta gravità e del tutto simili a quelle dei virus stagionali.
13 L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è però arrivata al massimo livello di allerta pandemia. Perché?
E’ previsto. La nuova influenza sta colpendo in almeno tre Continenti. Gli esperti, inoltre, sono preoccupati per la similitudine con la terribile spagnola che uccise milioni di persone nel mondo agli inizi del ’900. In una prima fase colpiva anche d’estate ed era poco aggressiva. L’Oms deve, giocoforza, essere ancora più allarmista. Il passaggio del virus in migliaia di persone ha iniziato a creare le prime mutazioni, e quando, nei prossimi mesi sarà pronto il vaccino, c’è il rischio di avere dei non responder. Sono stati anche registrati dei casi in cui l’uomo ha infettato i maiali e questo passaggio uomo-animale non è positivo (ulteriori mutazioni). Tutti attendono il vaccino salvifico che sarà pronto (forse) a ottobre.
14 Che cosa accadrà quando nei Paesi europei arriverà l’influenza stagionale, insieme alla nuova che colpisce ora?
In questo caso, l’allerta dell’Oms prevede prima l’immunizzazione di tutti gli operatori sanitari per affrontare l’emergenza. Normalmente, invece, i soggetti che hanno la precedenza sono gli anziani. Che in questo caso diventeranno gli ultimi a venire vaccinati e avranno nelle dosi del Tamiflu la prima copertura, oltre al vaccino per l’influenza stagionale (Australiana). Le due influenze insieme potrebbero avere effetti sommatori. Inoltre, più circola più varianti ci saranno del nuovo virus.
15 Chi si è preso l’influenza poi rischia di riprenderla?
Probabilmente è tranquillo. Non si può dire, ma se a colpirlo è lo stesso virus dovrebbe essere immune. Come quando, prima dell’epoca dei vaccini, le mamme portavano i figli là dove c’erano coetanei malati di morbillo o di altre malattie infettive dell’età pediatrica per farli immunizzare. Si ammalavano e così non rischiavano più.
16 Quindi chi propone ora i «suina-party» ha ragione?
Non vale la pena rischiare, ma l’idea ha un senso.
17 Un’ultima domanda che vale la pena ripetere: mangiare maiale è un rischio?
Assolutamente no. Questo virus non è trasmesso mangiando maiale.
fonte: corriere.it