Birmania, la Provincia di Milano ai sindaci: controllate i vostri fornitori
Comunicati stampa da Palazzo Isimbardi
17 Ottobre 2007
Un impegno per la Birmania: sospendere eventuali legami commerciali col regime
L’assessore Carlino scrive ai sindaci del territorio e alle imprese dell’Albo Fornitori per dare un forte segnale di responsabilità
“Il ridimensionamento del clamore mediatico intorno alla tragedia della Birmania non può essere un pretesto per distogliere l’attenzione da una vicenda ben lontana dalla sua soluzione. Dovere di un’istituzione pubblica democratica e di tutti i soggetti che manifestano la volontà di perseguire comportamenti civili, è quello di attivarsi per dare un proprio contributo con piccoli e quotidiani gesti”. Giuliana Carlino, assessore al Provveditorato e alla Responsabilità Sociale d’Impresa della Provincia di Milano, ha preso carta e penna e scritto ai sindaci del territorio ed alle ditte iscritte all’Albo Fornitori dell’ente, per sollecitare un impegno a favore della popolazione del Paese asiatico, sottoposta ad una violenta repressione da parte della giunta militare di Than Shwe. “La dittatura birmana – prosegue l’assessore Carlino – è stata resa possibile anche da imprese e multinazionali che non hanno esitato ad intrattenere rapporti commerciali con il regime, finendo con il rafforzarne il potere. Come gestori degli acquisti della Provincia di Milano, abbiamo verificato che tra i nostri fornitori non vi fossero legami con la Birmania, invitando, poi, i sindaci dei Comuni del territorio provinciale a fare altrettanto. Alle aziende del nostro Albo Fornitori abbiamo chiesto, inoltre, di considerare la sospensione di ogni tipo di rapporto con quelle ditte inserite nella loro filiera produttiva e distributiva, che abbiano in corso eventuali legami commerciali di questo genere”.
L’iniziativa dell’assessore Carlino intende fornire un contributo concreto alla mobilitazione in atto per riuscire a fermare una tragedia dalle proporzioni devastanti.
“Recidere i contatti commerciali con la Birmania – conclude la Carlino – è un esempio di quanto possono fare enti locali ed imprese per contrastare il consolidamento di un regime dittatoriale che soffoca i più elementari diritti civili ed utilizza i lavori forzati e la distruzione dell’ambiente come fonti di guadagno e potere”.