Smart Working 2023: Decreto “Milleproroghe”
La pandemia causata dal COVID – 19 ha costretto la maggior parte dei paesi nel mondo a stravolgere la vita sociale e lavorativa, sulla base di regole adottate per la protezione individuale e sociale.
In particolare, in Italia il Governo ha emanato il DPCM 9 marzo 2020, noto anche come “io resto a casa”, che ha introdotto lo smart working.
Lo smart working “semplificato” o lavoro agile, che è stato adottato, sia nel settore pubblico che privato, in via emergenziale nel corso della pandemia è normato DL 34/2020 (cd. “Decreto Rilancio” art. 90 commi 1-4).
Si sono susseguite nel corso del tempo diverse proroghe che hanno rinviato la reintroduzione della normativa ordinaria rappresentata dal D.Lgs. n. 81 del 2017.
Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Governo, con la Legge di conversione del Decreto Milleproroghe 2023, ha annunciato la proroga fino al 30 giugno per i lavoratori fragili, applicata sia nelle attività pubbliche che private.
All’interno del testo della MANOVRA 2023, LEGGE 29 dicembre 2022, n. 197 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 in vigore dal 1° Gennaio 2023), riporta al comma 306:
“Fino al 31 marzo 2023, per i lavoratori dipendenti pubblici e privati affetti dalle patologie e condizioni individuate dal decreto del Ministro della salute di cui all’articolo 17, comma 2, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2022, n. 11, il datore di lavoro assicura lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione compresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi di lavoro vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento. Resta ferma l’applicazione delle disposizioni dei relativi contratti collettivi nazionali di lavoro, ove più favorevoli.”
I soggetti che potranno beneficiare di tale agevolazione devono essere affetti da specifiche patologie, che sono indicate all’interno del Decreto del Ministro della Salute del 4 febbraio 2022. Il suddetto decreto identifica i soggetti fragili in quei soggetti che soffrono di specifiche patologie croniche, caratterizzate da:
- scarso compenso clinico;
- particolare connotazione di gravità;
- certificate dal medico di famiglia.
Il Decreto Milleproroghe del 2023 è un provvedimento importante per l’Italia, in quanto proroga alcune disposizioni normative che sarebbero scadute alla fine dell’anno precedente e introduce alcune novità.
Tra le novità del Decreto Milleproroghe del 2023, una delle più significative riguarda lo smartworking. Si tratta di una forma di lavoro agile che si è diffusa in modo significativo negli ultimi anni, grazie anche alla pandemia da Covid-19, che ha costretto molte aziende a organizzare il lavoro da remoto per garantire la sicurezza dei propri dipendenti.
Il Decreto Milleproroghe del 2023 stabilisce che lo smartworking possa essere utilizzato come forma di lavoro ordinario, anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria. In particolare, il decreto prevede che i datori di lavoro possano stabilire accordi con i propri dipendenti per consentire loro di lavorare da casa o da luoghi diversi dall’ufficio, previa sottoscrizione di un accordo specifico.
Inoltre, il Decreto prevede anche la possibilità di utilizzare lo smartworking in caso di emergenze, come terremoti o altre calamità naturali, o in caso di eventi straordinari che possano pregiudicare la sicurezza dei dipendenti.
Tuttavia, il Decreto Milleproroghe del 2023 non riguarda solo lo smartworking. Tra le altre disposizioni contenute nel provvedimento, vi sono la proroga di alcune agevolazioni fiscali per le imprese, la sospensione dei termini di alcuni procedimenti amministrativi, la proroga della validità dei titoli di studio e delle autorizzazioni per l’esercizio di alcune attività professionali.
In conclusione, il Decreto Milleproroghe del 2023 rappresenta un importante passo avanti per l’utilizzo dello smartworking in Italia, che potrebbe contribuire a migliorare la qualità della vita dei lavoratori e a ridurre gli spostamenti e l’inquinamento ambientale. Tuttavia, è importante che i datori di lavoro e i dipendenti siano adeguatamente formati per gestire questa forma di lavoro e che siano garantiti i diritti dei lavoratori anche in questa modalità di lavoro.