La catena della sopravvivenza: i sei anelli
La catena della sopravvivenza è l’unione delle procedure che indicano il percorso di un paziente colpito da malore, generalmente un arresto cardiaco od una ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo, dal momento in cui vi è l’allertamento dei servizi di emergenza fino al ricovero in ospedale. Ogni anello della catena ha la stessa importanza e la corretta applicazione di tutti i passi comporta vantaggi nella possibilità di sopravvivenza della vittima.
Primo anello – Chiamata di emergenza al numero 112
Il primo passo da compiere davanti ad una sospetta morte cardiaca improvvisa, responsabile in Italia di circa 60.000 decessi ogni anno, è chiamare aiuto ed effettuare con urgenza la chiamata al numero unico europeo 112 per allertare il sistema di emergenza indicando la nostra posizione ed il motivo della chiamata.
La rapidità di intervento è fondamentale per ottenere la prevenzione del danno cerebrale. L’evento si manifesta con l’assenza di coscienza e di adeguata respirazione da parte della persona infortunata, talvolta vi sono segni e sintomi premonitori come il dolore nella zona toracica e la mancanza di respiro.
Le cause di un evento simile possono essere molteplici ed eventualmente legate a malattie pregresse, ma per il primo soccorritore sarà sufficiente attuare le manovre di emergenza e fornire le informazioni che conosce all’operatore che risponderà alla chiamata.
La centrale operativa del 118 diverrà il nostro riferimento e ci fornirà le corrette istruzioni per attuare le manovre salvavita, per quanto di nostra competenza ed in base alla nostra esperienza.
Ogni azione deve essere preceduta dalla valutazione dei possibili rischi presenti. Quando presta soccorso ad una persona, il soccorritore deve accertarsi innanzitutto della propria sicurezza ed eventualmente utilizzare i dispositivi di protezione da rischio biologico a disposizione.
Secondo anello – Compressioni toraciche
Dopo aver effettuato il controllo dell’assenza di funzioni vitali, il secondo anello della catena di sopravvivenza è l’esecuzione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare con l’attuazione delle compressioni toraciche.
Il massaggio cardiaco deve essere applicato immediatamente nel momento in cui se ne è accertata la necessità, anche in accordo con la centrale operativa che indicherà le modalità per superare la eventuale presenza di un trauma, ed ha quale scopo fornire il supporto vitale alla persona in difficoltà. Il protocollo del BLS (Basic Life Support) prevede la verifica dell’assenza di coscienza e di una adeguata respirazione, per essere di buona qualità il massaggio cardiaco deve essere effettuato esercitando pressione sullo sterno ad un ritmo di 100-120 compressioni al minuto e con profondità di circa 1/3 dello spessore del torace del soggetto senza temere di essere causa di lesioni agli organi. La manovra può essere eseguita sia su adulti che su bambini. Se siamo in grado, prima di iniziare le compressioni, è opportuno verificare che le vie aeree non siano ostruite da corpi estranei mentre non si deve porre troppa attenzione alla posizione della lingua in quanto non avremo strumenti che ci possono aiutare a sollevarla. Per permettere il passaggio dell’aria sarà sufficiente porre la testa del soggetto in posizione iper-estesa, inclinata indietro.
Questa procedura è caratterizzata da tecniche semplici che permettono a tutti, con una adeguata formazione e preparazione, di diventare risorse, sul territorio, della centrale operativa.
Per migliorare la pratica nell’esecuzione di queste manovre è possibile partecipare a formazioni di primo soccorso che permettono di simulare l’attività.
Terzo anello – defibrillazione rapida
L’arresto cardiaco può essere dovuto ad una fibrillazione ventricolare, in questo caso è necessario affiancare alle manovre rcp l’uso di un defibrillatore per tentare il ripristino di un adeguato ritmo cardiaco. Secondo la normativa attuale, l’utilizzo del defibrillatore è possibile solo da parte di soccorritori che hanno effettuato una corso BLSD, che abilita all’uso dello strumento. Gli elettrodi del defibrillatore dovranno essere posizionati ai lati opposti del torace in modo che la scarica elettrica attraversi il cuore. L’operatore dovrà seguire le indicazioni del defibrillatore che guiderà le attività di soccorso.
Quarto anello – Monitoraggio e stabilizzazione del paziente
Il team di soccorso inviato dalla centrale operativa, che potrebbe anche essere formato da volontari, assume la gestione della situazione, effettua una prima diagnosi ed attua le manovre avanzate (ALS – Advanced Life Support) per il supporto delle funzioni vitali del paziente. L’utilizzo della bombola di ossigeno potrà migliorare la ventilazione polmonare.
Quinto anello – Ospedalizzazione
Con l’arrivo in ospedale il personale medico potrà completare l’attività di soccorso con la messa in atto di cure intensive, la somministrazione di farmaci e la verifica della presenza di eventuali patologie pregresse. I sistemi di emergenza devono portare il paziente in ospedale in breve tempo per poter ridurre i possibili danni celebrali.
Sesto anello – Recupero
Con i continui progressi della medicina, le linee guida sono state recentemente aggiornate aggiungendo un sesto anello che riguarda le cure per ottenere il recupero della salute della persona colpita da infarto. La catena, infatti, non si limita alle attività di prima emergenza e soccorso, ma il suo obiettivo è anche quello di consentire al paziente la ripresa della normale vita quotidiana.