Videosorveglianza: rischio sanzioni per utilizzo di telecamere intelligenti assenza DPIA
Sempre più spesso le aziende si stanno dotando di impianti di videosorveglianza intelligenti, ovvero quei dispositivi che oltre alle immagini riescono a catturare informazioni che rientrano nel campo biometrico, (es. fisionomia del volto, caratteristiche dell’iride ecc…).
Questi dati hanno la peculiarità di identificare in maniera univoca un soggetto e per questa ragione è necessario proteggere tali informazioni in quanto un trattamento illecito degli stessi potrebbe compromettere la libertà delle persone interessate.
Il GDPR esprime un generale divieto per il trattamento di questa tipologia di dati, ad eccezione della presenza di un valido consenso dell’interessato e nei casi in cui la legge nazionale non disponga diversamente in ragione di un interesse pubblico, sanitario o di ricerca scientifica, storica, archivistica o statistica.
Nel gennaio 2020 il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) ha emanato Linee Guida in materia di videosorveglianza, ed ha affermato che è preferibili favorire altri strumenti se in grado di soddisfare le medesime finalità del trattamento. Inoltre, le Linee Guida ricordano che i Titolari del trattamento sono tenuti ad effettuare la Valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA).
Ma di cosa si tratta? La DPIA è un processo volto a descrivere il trattamento dei dati, valutandone la necessità e la proporzionalità: si tratta di un’analisi del rischio da effettuare quando il trattamento può comportare un “rischio elevato” per i diritti e le libertà delle persone fisiche. Tale valutazione deve essere effettuata prima del trattamento.
Sempre per quanto riguarda il tema della videosorveglianza, è importante segnale le FAQ del Garante pubblicate il dicembre del 2020. I chiarimenti del Garante si sono resi necessari a seguito dell’entrata in vigore del Regolamento 2016/679 e dal fatto che il Provvedimento del Garante in materia, risaliva al 2010 e conteneva prescrizioni in parte superate.
In particolare, le FAQ del Garante rispondono alle seguenti domande:
- Quali sono le regole da rispettare per installare sistemi di videosorveglianza?
- Occorre avere una autorizzazione preventiva da parte del Garante?
- Come informare le persone della presenza delle telecamere?
- In che modo si fornisce l’informativa agli interessati?
- Quali sono i tempi dell’eventuale conservazione delle immagini registrate?
- È possibile prolungare i tempi di conservazione delle immagini?
- Quali sistemi di videosorveglianza necessitano di valutazione d’impatto preventiva?
- Si possono installare telecamere all’interno degli istituti scolastici?
- Il datore di lavoro può installare un sistema di videosorveglianza nelle sedi di lavoro?
- L’installazione di sistemi di videosorveglianza può essere effettuata per monitorare la proprietà privata?
- Quali sono le regole per installare un sistema di videosorveglianza condominiale?
- Si possono utilizzare telecamere di sorveglianza casalinghe c.d.smart cam?
- I Comuni possono utilizzare telecamere per controllare aree determinate?
- Si può utilizzare un sistema di videosorveglianza per trattare categorie particolari di dati?
- I sistemi elettronici di rilevamento delle infrazioni inerenti violazioni del codice della strada vanno segnalate da cartello/informativa?
- Ci sono casi di videosorveglianza in cui non si applica la normativa in materia di protezione dati?
Concludiamo questo approfondimento evidenziando che il mancato rispetto delle prescrizioni in materia, può comportare la somministrazione di sanzioni amministrative pecuniarie (ad es. per mancata informativa o per il mancato svolgimento di una DPIA ove necessario), per questo motivo si raccomanda si seguire tutti gli adempimenti necessari, per evitare multe e per poter utilizzare i dati raccolti, senza il pericolo di provvedimenti da parte delle Autorità competenti.