Crisi e riforma dei mercati finanziari: nuove regole per un’economia socialmente responsabile
Nel corso della tavola rotonda organizzata da Fiba e Cisl su “Crisi e riforma dei mercati finanziari: nuove regole per un’economia socialmente responsabile” svoltasi il 23 settembre a Roma, il segretario confederale della Cisl Annamaria Furlan, introducendo i lavori, ha illustrato le proposte della Cisl in materia di democrazia economica e di responsabilità sociale d’impresa.
Nel suo intervento Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba Cisl ha presentato le proposte di riforma del capitalismo finanziario della Fiba e della Cisl.
La Fiba e la Cisl individuano tre aree di riforma che prefigurano un sistema di nessi strutturali virtuosi tra mercati finanziari regolati, responsabilità sociale ed ambientale delle imprese, economia sociale di mercato in grado di pensare un modello di sviluppo stabile ed equilibrato nel lungo periodo tale da consentire un uso solidaristico e redistributivo della leva fiscale a favore delle aree sociali e territoriali deboli, un rafforzamento del welfare, ovvero una prospettiva di sviluppo nella coesione sociale. Un modello alternativo a quello oggi dominante, caratterizzato dalle relazioni strutturali tra mercati finanziari deregolati, strategie d’impresa irresponsabili, crisi finanziarie ed economiche ricorrenti, globali e tendenzialmente sistemiche di gravità crescente, declino reddituale del lavoro dipendente, del reddito fisso e del ceto medio, crisi del welfare.
Alla tavola rotonda hanno inoltre partecipato il consigliere delegato del gruppo banco Popolare Fabio Innocenzi, i parlamentari Bruno Tabacci e Sergio D’Antoni, gli economisti Leonardo Becchetti e Alberto Berrini, il segretario della Fabi Gianfranco Amato. Le conclusioni sono state tratte dal segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che ha messo l’accento sull’importanza del fattore lavoro e della coesione sociale: “questo paese non si può risanare – ha detto – senza buone politiche e coesione sociale. Per uscire dalla crisi del liberismo occorre riappropriarci del fattore umano, del lavoro, dobbiamo puntare sulla partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese”
A Bonanni ha risposto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi : “Il nostro governo ha dato in partenza una lettura preoccupante di ciò che avrebbe potuto determinare la crescente deregolazione dei mercati finanziari e siamo d’accordo sulla necessità di nuove regole. Siamo consapevoli – ha detto – di avere la responsabilità di guidare il prossimo G8 e poiché ci collochiamo tra i governi che sostengono la necessità di affrontare la dimensione sociale della globalizzazione organizzeremo in quella sede un evento per affrontare questi temi.”
Proposte di riforma Fiba e Cisl
La prima area di interventi riguarda la necessità di una sede internazionale di coordinamento e di indirizzo comune delle autorità di vigilanza di supervisione, di regolazione e delle banche centrali.
La seconda area di interventi riformatori riguarda gli strumenti fiscali.
In prima istanza l’abolizione dei paradisi fiscali: si stima che sul totale dei flussi finanziari illeciti mondiali 2/3 derivino dall’evasione e dall’elusione fiscali delle imprese; il 31% da traffici illegali di armi e di droga; il 3% dalla corruzione.
Strumento efficace di lotta all’evasione fiscale delle imprese transnazionali potrebbe, inoltre, essere rappresentato da un rendiconto economico-finanziario disaggregato Paese per Paese, anziché aggregato come oggi avviene. Il Parlamento europeo ha recentemente chiesto alla Commissione europea di mettere a punto, per la sola industria estrattiva, un sistema di rendicontazione di questo tipo.
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La terza area di interventi di riforma riguarda le misure di sostegno fiscale alle imprese socialmente ed ambientalmente responsabili. Politiche di sostegno fiscale alle imprese socialmente ed ambientalmente responsabili e garanzie di trasparenza per consumatori ed investitori richiedono criteri rigorosi di riconoscimento e di certificazione, ovvero un’ Authority indipendente sulle imprese responsabili.
Per le stesse ragioni un’indice sintetico di rating sociale, elaborato da agenzie indipendenti qualificate, registrate ed autorizzate potrebbe offrire ulteriori elementi di identificazione e di valutazione. Per le banche la pubblicità del rating sociale potrebbe essere realizzata direttamente sui prospetti informativi.
Agevolazioni fiscali dovrebbero valere, di converso, per rendimenti o capital gain derivanti da investimenti in imprese socialmente ed ambientalmente responsabili.
Tassazione agevolata potrebbe, altresì, essere applicata alle forme di previdenza complementare che destinano le loro risorse ad investimenti in imprese socialmente ed ambientalmente responsabili.
Sarebbe, inoltre, opportuna una legge che definisse il confine tra banca/finanza etica e banca/finanza ordinaria. Per le imprese bancarie/finanziarie etiche dovrebbero valere le stesse misure di sostegno fiscale previste per le imprese socialmente ed ambientalmente responsabili.
Misure di sostegno specifico dovrebbero essere previste per il commercio equo e solidale, la cui rilevanza per la lotta alla povertà nelle aree socialmente più deboli del mondo è, ormai, evidente.