Sostanze nootrope
I nootropi sono sostanze in grado di aumentare le capacità cognitive di un individuo, come l’attenzione, la concentrazione, la memoria o la motivazione. Rientrano in questa categoria anche le sostanze in grado migliorare le competenze motorie ed affettive, (ad esempio saper gestire in maniera migliore l’ansia associata allo svolgimento di attività lavorative).
Tra gli studenti ed i lavoratori, di fatti, sta aumentando l’assunzione di questi medicinali a scopo non terapeutico, proprio per potenziare l’attività cognitiva, nonostante non si conoscano le conseguenze di questa pratica nel lungo termine.
Queste sostanze fanno riferimento, dunque, all’uso off-label. Ovvero, non essendo approvate dalle autorità sanitarie nazionali per essere prescritte per favorire il potenziamento cognitivo, i lavoratori se le procurano per altre vie (tramite acquisti online, oppure da pazienti cui sono stati regolarmente prescritti).
Tra le principali sostanze farmaceutiche utilizzate per un potenziamento cognitivo sono identificate:
- Anfetamine: ha proprietà stimolanti, tramite aumento di dopamina, e sono usate nel trattamento dell’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) o della narcolessia. Riesce dunque ad aumentare la capacità di focalizzare l’attenzione o di produrre euforia. Tra i farmaci a base di anfetamina sono presenti Adderall e Dexamed (commercializzato in Europa con la denominazione di Attentin e Tentin).
- Metilfenidato: anche questa sostanza ha proprietà stimolanti per il trattamento dell’ADHD e narcolessia. Accresce i livelli di dopamina e norepinefrina ed è commercializzato come Ritalin, Concerta, Equasym, Medikinet e Rubifen.
- Modafinil/Armodafinil: è un altro stimolante del sistema nervoso centrale per trattamento della narcolessia che interagisce con neurotrasmettitori come dopamina e norepinefrina. È commercializzato in Europa come Provigil, Nuvigil, Vigil, Modalert, Modasomil e Modiodal.
Ci sono specifiche categorie di persone in ambito professionale che utilizzano o abusano dei nootropi per poter sostenere lunghi turni di lavoro, tra cui rientrano i militari, lavoratori del settore dei trasporti, lavoratori a turni soprattutto nel settore dei servizi di emergenza e sanitario.
Gli effetti di questi farmaci sono stati studiati su pazienti con problemi di salute, ma non esistono studi condotti su soggetti sani. La maggior parte dei nootropi non è usata previo consulto medico e su prescrizione, per cui le dosi assunte non sono soggette a supervisione medica. Considerando che con l’utilizzo prolungato aumenta anche la tolleranza individuale, i lavoratori tendono ad assumere quantitativi crescenti di tali sostanze, con un conseguente aumento delle probabilità di insorgenza di effetti avversi indesiderati e di dipendenza.
Oltre agli effetti cognitivi, questi farmaci hanno anche ripercussioni a livello fisico, causando l’aumento di problemi cardiaci, aritmie, ipertensione, ictus, reazioni dermatologiche e psicotiche.
Le problematiche possono presentarsi anche a livello emozionale, sull’umore o sulla motivazione, a discapito del rendimento sul lavoro e del rapporto con i colleghi, soprattutto nel caso in cui si eseguano lavori di gruppo.
Implicazioni per la sicurezza e la salute sul lavoro
L’assunzione di queste sostanze può comportare problemi anche nell’ambito della sicurezza e salute sul lavoro. Infatti la crescita della produttività aziendale potrebbe spingere l’azienda stessa ad effettuare pressioni nei confronti dei lavoratori, affinché facciano uso di tali sostanze. Questo potrebbe comportare discriminazioni da parte dei datori di lavoro nei confronti dei dipendenti che scelgono di non assumere tali sostanze.
Dunque i medicinali nootropi potrebbero arrivare ad essere considerati una soluzione ai problemi organizzativi o gestionali di un’azienda, diventando un’alternativa alle misure preventive e ad una gestione adeguata delle condizioni di lavoro (comportando un’errata gestione degli orari di lavoro, mancanza di pause adeguate, ecc.).
Un approccio per la sicurezza e la salute sul lavoro di tipo preventivo dovrebbe consentire di individuare e modificare le condizioni di lavoro che inducono i lavoratori ad utilizzare queste sostanze (eliminando ad esempio turni lunghi, richieste eccessive sul lavoro o pressioni esercitate sui lavoratori per incrementarne la produttività).
La criticità principale è data dal fatto che è difficile per i datori di lavoro capire che un lavoratore sta facendo uso di sostanze nootrope per sostenere l’attività lavorativa, in quanto anche nel contesto della sorveglianza sanitaria, i lavoratori potrebbero non voler rendere nota la loro assunzione, oppure potrebbero non considerare queste sostanze come psicotrope. Anche in caso di controlli sui dipendenti, questi non vanno a misurare il quantitativo di sostanze presenti nell’organismo, ma gli enzimi in cui tali sostanze si metabolizzano. I test, inoltre, non possono registrare il grado di compromissione della funzionalità o intossicazione dell’organismo al momento del controllo.
L’effetto delle sostanze nootrope sulle questioni di salute e sicurezza sul lavoro e su altri aspetti legati alla gestione del lavoro è ancora complesso. Si tratta di un quadro in evoluzione, che presenterà una serie di dinamiche differenti, come la sperimentazione da parte dell’industria farmaceutica per lo sviluppo di medicinali autorizzati per il potenziamento cognitivo e di conseguenza l’accentuazione della percezione del bisogno di ricorrere a tali sostanze in ambienti di lavoro altamente competitivi.