Sapevate che il 16% delle emissioni di gas a effetto serra è generato dalle nostre case?
Sapevate che il 16% delle emissioni di gas a effetto serra è generato dalle nostre case? All’insegna dello slogan “Sei tu che controlli i cambiamenti climatici”, la Commissione europea invita ora i cittadini europei a prendere in mano le redini del problema e a minimizzare il loro contributo al riscaldamento globale assumendo un nuovo comportamento in grado di ridurre la loro“impronta ecologica”.
Dei cinque anni più caldi della storia, ben quattro sono stati registrati nel nuovo millennio e il quinto è stato il 1998! Il fenomeno del cambiamento climatico indotto dagli esseri umani è ormai un dato di fatto riconosciuto dalla maggior parte degli scienziati. In molte persone, questa consapevolezza può suscitare una sensazione di indifferenza di fronte all’incapacità di intervenire o persino un atteggiamento fatalista: “Se il pianeta andrà comunque a farsi friggere, perché preoccuparsene?” o “Cosa potrò mai fare io per riuscire a cambiare la situazione?”, si chiedono infatti in tanti.
La nuova campagna della Commissione dimostra chiaramente che sono invece molte le azioni che i cittadini possono intraprendere nella lotta contro il cambiamento climatico. “La gente potrà anche dire che il comportamento del singolo è irrilevante, ma per me è vero il contrario. I nuclei familiari dell’UE sono infatti all’origine di una considerevole quota delle emissioni totali di gas a effetto serra sul territorio dell’Unione”, ha affermato il Commissario europeo dell’Ambiente Stavros Dimas.
Nel complesso, le utenze domestiche europee impiegano un terzo dell’energia consumata a livello comunitario e sono responsabili di circa un quinto delle emissioni di gas a effetto serra legate all’energia prodotte dall’Unione. Di questa energia, il 70% è utilizzato per il riscaldamento domestico, il 14% per produrre acqua calda e il 12% per l’illuminazione e le apparecchiature elettriche. Inoltre, le auto private producono un decimo delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE.
La campagna prende piede
Il 29 maggio scorso, il presidente della Commissione José Manuel Barroso e il Commissario dell’Ambiente Dimas hanno varato ufficialmente la campagna comunitaria “Sei tu che controlli i cambiamenti climatici” svelando una gigantografia del poster della campagna (un’accattivante immagine della Terra con un enorme termostato che ne misura la temperatura) affissa sulla facciata del Berlaymont, il principale edificio del braccio esecutivo dell’UE. In occasione della cerimonia di inaugurazione, il Commissario Dimas è stato affiancato dal primo ministro belga Guy Verhofstadt e dal ministro federale belga dell’Ambiente Bruno Tobback.
Altri manifesti di grandi dimensioni sono stati scoperti sulle facciate degli edifici pubblici della maggior parte delle capitali dei paesi dell’Unione nel corso della settimana successiva: in Danimarca, ad esempio, è stato affisso un manifesto della campagna sulla facciata dell’Agenzia europea dell’ambiente, mentre in Austria un gigantesco poster faceva bella mostra di sé sulla facciata del Ministero dell’Ambiente.
Ma anche le statue di diverse capitali europee hanno subito un rinnovo del guardaroba: in occasione del varo della campagna, ad esempio, lo sfacciato Manneken Pis (il bambino che fa pipì, simbolo di Bruxelles) ha sfoggiato una speciale maglietta dedicata all’evento.
Nel corso di una conferenza stampa, il presidente Barroso ha quindi parlato della minaccia del cambiamento climatico, dell’importanza della cooperazione internazionale e del ruolo di punta dell’UE. “La lotta al cambiamento climatico costituisce una delle priorità della Commissione”, ha affermato Barroso nel dare il via alla campagna, sottolineando inoltre l’importanza dell’impegno dei singoli cittadini per far fronte al problema.
Messaggio ricevuto?
In programma dal 29 maggio 2006 a febbraio del 2007, la campagna si avvarrà di un’ampia gamma di mezzi di comunicazione per trasmettere il suo importante messaggio attraverso iniziative improntate alle relazioni pubbliche, spot televisivi, pubblicità esterna e comunicazioni on-line (servendosi, tra l’altro, di un apposito sito Web).
In calendario a settembre 2006 c’è inoltre un programma destinato a studenti di età compresa tra i 13 e i 18 anni: gli allievi delle scuole secondarie saranno invitati a tenere un diario sulla CO2 in cui annotare le proprie idee su come contribuire a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a firmare una dichiarazione con cui si impegneranno a ridurre le emissioni direttamente prodotte da loro.
L’iniziativa si rivolge principalmente alle persone già impegnate sul fronte della riduzione del proprio impatto ambientale, nel tentativo di spronarle ulteriormente a cambiare il loro comportamento e a farsi portavoce della campagna.
Riduciamo la nostra impronta ecologica
L’europeo medio produce 11 tonnellate di emissioni di gas a effetto serra l’anno. Se è vero che ridurre la nostra impronta ecologica non richiede sforzi sovraumani, è anche vero che le conseguenze dell’inazione sarebbero senz’altro catastrofiche per la Terra. Imperniato attorno a quattro azioni principali (abbassa, spegni, ricicla e cammina), il sito web della campagna fornisce dozzine di suggerimenti pratici e relativamente indolori su come abbattere la quantità di emissioni di anidride carbonica prodotte da noi stessi (vedi riquadro).
Abbassando di appena 1°C il termostato di casa, ad esempio, è possibile ottenere un risparmio del 10% sull’energia consumata per il riscaldamento domestico, con conseguenze vantaggiose per l’ambiente e, male non fa, anche per il nostro conto in banca. In città, la metà degli spostamenti in automobile non supera i 3 km: pur essendo breve, questo tipo di viaggio comporta un consumo sproporzionato di carburante, e dunque per l’ambiente e le persone sarebbe senz’altro più salutare spostarsi a piedi o in bicicletta.
“Se tutti i cittadini europei spegnessero le proprie apparecchiature elettriche ed elettroniche anziché lasciarle in modalità stand-by, risparmierebbero abbastanza elettricità da poter alimentare un paese delle dimensioni del Belgio”, afferma Renita Bhaskar della DG Ambiente, dimostrando così la portata della nostra forza collettiva e la relativa semplicità delle possibili soluzioni.